Adeguamento delle pensioni Inps per il 2023
La Legge Finanziaria approvata negli ultimi giorni del 2022 prevede nuovamente un taglio della rivalutazione delle pensioni (la così detta “perequazione”). Da quest’anno, saranno rivalutate in misura piena, pari cioè al 100% dell’inflazione, solo le pensioni fino a quattro volte il trattamento minimo, circa 2.100 euro lordi. Gli importi superiori, invece, subiranno dei tagli progressivi.
Si ricorda che la perequazione prevede la fissazione del tasso di inflazione sulla base del quale rivalutare le pensioni. Questo viene ufficializzato con decreto ministeriale sulla base del valore medio dell’indice Istat dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, calcolato sull’anno precedente a quello della rivalutazione
Tale tasso è stato fissato al 7,3%. Eventuali scostamenti rispetto al tasso di inflazione previsto e quello effettivamente registrato verranno recuperati l’anno successivo. Per fare un esempio, se nel 2022 risultasse che i prezzi sono cresciuti del 10%, alcuni pensionati (quelli sotto quattro volte il minimo) riceveranno un conguaglio del 2,7%.
La novità prevista dalla Legge di Bilancio per il 2022 era che, a partire dal 2023, sarebbero tornate in vigore le regole ordinarie con cui calcolare la perequazione, quelle fissate dalla legge 388/2000. Secondo tale norma, scattano aumenti diversi per tre scaglioni d’importo: 100% sino a 4 volte il minimo, 90% tra 4 e 5 volte e 75% se superiore a 5 volte. Tuttavia, con la manovra del 2023 c’è stato un cambiamento e per il biennio 2023-2024 si prevedono sei fasce di rivalutazione a seconda dell’importo del trattamento pensionistico. È inoltre ripristinato il meccanismo della rivalutazione sull’importo complessivo del trattamento (più penalizzante per le pensioni più elevate) e non più a scaglioni.
Nella seguente tabella il dettaglio delle rivalutazioni che saranno applicate:
Pensione lorda mensile |
% rivalutazione |
% effettiva |
Fino a 2.100 euro |
100% |
7,30% |
Fino a 2.625 euro |
85% |
6,21% |
Fino a 3.150 euro |
53% |
3,87% |
Fino a 4.200 euro |
47% |
3,43% |
Fino a 5.250 euro |
37% |
2,70% |
Oltre a 5.250 euro |
32% |
2,34% |
A titolo di mero esempio:
- una pensione di 2.000 euro lordi mensili aumenterà di 146 euro (lordi mensili per 13 mensilità)
- una di 3.000 euro lordi di 116 euro
- una di 4.000 euro lordi di 137 euro
- una di 5.000 euro lordi di 135 euro
A causa dei ritardi nell’approvazione della Legge di Bilancio, nel calcolo della rata di gennaio l’INPS ha applicato la rivalutazione del 7,30% solo alle pensioni sino a 2.100 euro lordi mensili rinviando l’adeguamento di tutte le altre alla prima rata utile successiva (che dovrebbe includere anche il conguaglio per il mese gennaio) ad evitare ricalcoli e recuperi di indebiti pagamenti.
Fanno eccezione a quanto riportato le pensioni minime che sono oggetto di interventi specifici e più significativi.